In questo articolo vengono enunciate le norme UNI per varie tipologie di coperture, non prima di aver riassunto brevemente la terminologia e la classificazione delle coperture, nonchè la loro composizione.
Ancora oggi, al termine della realizzazione di un tetto, gli operai sono soliti innalzare una bandiera a sottolineare che l’edificio ha terminato le sue strutture portanti e il cantiere può essere avviato a realizzare tutte le rimanenti lavorazioni sull’involucro. Un tetto, o nel gergo tecnico copertura, nasce sin dai tempi dell’uomo primitivo il quale con le sole mani nude cercava di coprire il capo per ripararlo dalla pioggia. Da quel gesto semplice, ma funzionale, nacque la storia delle coperture che si sono evolute fino ad oggi. Le possiamo classificare per il materiale di rivestimento, che ha caratteristica di tenuta all’acqua, o per forma e pendenza; tuttavia l’obiettivo di una copertura rimane sempre il medesimo: proteggere l’edificio sottostante dagli agenti atmosferici, in particolare pioggia e neve.
Ma l’evoluzione tecnologica dell’abitare ha contribuito ad ampliare i requisiti tecnici di una copertura, aggiungendo la diminuzione della dispersione termica dell’edificio, la possibilità di utilizzare lo spazio sovrastante come area calpestabile, oppure destinandolo ad alloggiare impianti termoidraulici o pannelli solari. In sintesi, una copertura è un sistema complesso che deve essere progettato, realizzato e mantenuto con grande attenzione grazie alle norme tecniche UNI le quali fin dagli anni Settanta si sono occupate di questa tecnologia. Nonostante un percorso più lineare rispetto alle norme del settore serramenti, anche nel caso delle coperture le norme delle quali avvalersi sono tante, circa 140, e soprattutto, è importante essere in grado di scegliere la giusta norma al momento opportuno.
Innanzitutto, l'attività normativa sulle coperture è seguita nell'ambito di due gruppi di lavoro UNI, l'UNI/CT 033/GL 14 "Coperture continue ed impermeabilizzazioni" e l’UNI/CT 33/GL 15 “Coperture discontinue”, che operano all'interno della Commissione "Prodotti, processi e sistemi per l'organismo edilizio". Tale commissione predispone ed aggiorna la normativa UNI riguardante il sistema tecnologico dell'organismo edilizio inteso come l'insieme strutturato di unità tecnologiche e/o di termini tecnici definiti nei loro requisiti tecnologici e nelle loro specificazioni di prestazione tecnologica.
In altre parole, si occupa di 6 filoni principali: gli elementi orizzontali, come pavimenti e controsoffitti; gli elementi verticali, come i serramenti, le facciate continue, le pareti ventilate; gli elementi di copertura, classificati secondo il manto di copertura; gli impianti e i prodotti idraulici destinati agli edifici; tematiche trasversali, quali la sostenibilità delle costruzioni, le sostanze pericolose, la gestione del progetto o il finanziamento delle opere; il patrimonio dei beni culturali; la digitalizzazione delle costruzioni e l'uso del BIM. Ciascun argomento è seguito da un gruppo di lavoro competente.
Il gruppo nazionale UNI/CT 33/GL 14 si interfaccia a livello europeo con il comitato tecnico CEN/TC 254 "Flexible sheets for water proofing", cioè ha il compito di predisporre il parere nazionale e coordinare la partecipazione italiana alle attività CEN nel settore di competenza. L'Italia, attraverso UNI e i propri soci, segue i lavori dei diversi WGs e, in particolare, coordina il WG 6 sulle impermeabilizzazioni degli impalcati a ponte (bridge deck waterprooging). Allo stesso tempo, l’UNI/CT 033/GL 15 si interfaccia con il CEN/TC 128 “Roof covering products for discontinuous laying and products for wall cladding”.
Figura 1 - Interfacciamento degli organi tecnici UNI con i comitati europei CEI
Secondo la UNI 8089, che fornisce le definizioni, in termini funzionali, delle coperture e dei relativi elementi funzionali, una copertura è l’unità tecnologica avente la funzione di contribuire a realizzare una data situazione ambientale e di utilizzo a sé sottostante a fronte di una data situazione ambientali e di utilizzo, esterna.
La peculiarità di una copertura è determinata dalla composizione dei suoi elementi funzionali primari che possono interagire con elementi e strati complementari. Gli elementi primari sono principalmente tre: l’elemento di tenuta, l’elemento termoisolante e l’elemento portante. Tutti gli altri strati si delineano come complementari e trovano una definizione nella UNI 8090.
Da un punto di vista geometrico, le definizioni di falda, linea di colmo o pendenza sono inserite nella UNI 8091, che nonostante i 42 anni di età è ancora usata nei libri di testo delle università italiane.
FIGURA 2: Definizioni in termini geometrici della UNI 8091
Proviamo a dare indicazioni su quale strumento di lavoro normativo impiegare, suddividendo le coperture secondo il seguente schema tipologico:
Esiste un ulteriore tipologia di copertura, che è riferita ai capanni degli attrezzi, tettoie, centri sportivi e magazzini mobili, ove solitamente è prevista una struttura in acciaio con un manto di rivestimento in PVC. Queste possono essere annoverate tra le coperture mobili, in quanto facilmente smontabili, e non saranno trattate nel testo. Tuttavia è possibile avvalersi come supporto da mutuare al caso specifico tutte le norme descritte.
Grazie alle norme terminologiche abbiamo compreso che una copertura è un sistema composto da elementi e strati. Pertanto, esistono una serie di norme fatte in doppia versione, dove la parte 1 è destinata alle coperture discontinue, mentre la parte 2 alle coperture continue, che possono essere di aiuto a identificare la composizione stratigrafica di una copertura.
Si tratta della UNI 8627 “Edilizia – Sistemi di copertura”, che identifica, definisce e classifica gli schemi funzioni delle coperture. Inoltre la norma riporta una valida matrice delle soluzioni conformi, delineando per ciascun schema funzionale quali elementi sono fondamentali, necessari e quali possono essere inseriti a completamento come soluzioni di miglioramento. La matrice deve essere letta congiuntamente ai criteri per l’identificazione delle soluzioni conformi, che permettono il fissaggio di requisiti più precisi per soddisfare le esigenze previste.
Accade che le coperture continue siano associate ai tetti piani. Anche se la pendenza della falda è spesso determinante nella scelta di tale copertura, ciò che caratterizza una copertura continua è la presenza di uno strato di tenuta all’acqua senza alcuna interruzione, costituito da materiali impermeabili che isolano e non consentono il passaggio delle acque meteoriche. Tutto questo permette la protezione dell’elemento portante.
La scelta di una copertura di questo tipo può essere determinata da diversi fattori, tra cui la morfologia dell’edificio e la funzionalità. Infatti, le coperture continue hanno il vantaggio che possono essere pedonabili e carrabili, cioè permettono l’accesso a pedoni e veicoli sia leggeri che pesanti e consentono la realizzazione di elementi tecnologici quali giardini e aiuole.
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Technical Project Manager, Divisione Innovazione e Sviluppo – UNI Ente Italiano di Normazione
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