Gli obiettivi di Manuela Maffioli, assessore di Busto Arsizio alla Cultura e allo Sviluppo Economico

2022-10-17 00:20:43 By : Ms. Gina Wu

Manuela Maffioli si porta dietro un sogno dalla passata amministrazione e non è detto che in questi anni non riesca a vederlo realizzato: «Vorrei trasformare il Museo del Tessile e farlo evolvere. Quel luogo non deve essere solo un museo ma anche un centro di riferimento del settore tessile a 360 gradi dove si possa ammirare la storia ma anche la ricerca, l’avanguardia. Per farlo bisogna continuare a tessere relazioni per collegarlo al mondo del lavoro, agli imprenditori tessili che devono sentirlo come la loro casa, il luogo delle origini e quello del futuro. Ogni azione fatta in questi anni è stata un tassello in quella direzione: penso alla fiber art o alla rete museale MiVa». Gli ultimi due anni di pandemia, però, hanno frenato il progetto ma l’assessore non si dà per vinta.

Riconfermata alla guida degli assessorati alla Cultura e allo Sviluppo Economico, l’esponente leghista riparte con lo stesso entusiasmo con il quale ha iniziato a mettersi al servizio della città «per me la politica è prima di tutto servizio. Per questo cerco di non mancare mai ad un evento a cui sono invitata. Lavoro a stretto contatto con un complesso mondo di associazioni ed enti e l’obiettivo è sempre quello di creare reti come faccio attraverso i tanti tavoli aperti con teatri, cinema, associazioni, categorie. Questo è il segno distintivo del mio modo di fare l’assessore e sono convinta che solo così si riesce a creare una situazione in cui vincono tutti».

Ora l’amministrazione si trova davanti a sfide enormi con tanti soldi da spendere e bene: «Sono settimane frenetiche quelle che stiamo vivendo. Tra i grandi progetti della rigenerazione urbana ce n’è anche uno che investe in cultura. Si tratta di una lacuna che andrebbe colmata con qualche spazio in più in questa città perchè a fronte di un’abbondanza di contenuti mancano i contenitori. L’idea dell’Auditorium nell’area dell’ex-calzaturificio Borri nasce da questo bisogno ma i bisogni sono tanti: per lo studio dei ragazzi, per le mostre. Se ne sta discutendo».

Passando all’altra delega dello Sviluppo economico ha scoperto che si sposa molto bene con quella alla cultura: «Qualcuno si stupisce ma in realtà le due cose sono legate. Si creano sinergie tra diverse realtà». A proposito di tavoli anche qui ce n’è uno aperto e attivo: «Praticamente da luglio. Stanno emergendo necessità che possono essere affrontate anche in ambito comunale a partire dalla questione fiscale ma anche nel reperimento di figure professionali adeguate. L’amministrazione può favorire l’incontro tra domanda e offerta».

Il settore che la preoccupa di più e dove può incidere maggiormente? «Senza dubbio il commercio: abbiamo affrontato il mare in tempesta della pandemia. Sia come persone che come amministrazione ci siamo impegnati a stare vicino ad una delle categorie più penalizzate. Lo abbiamo fatto in ogni modo: appelli, pianti, conforto, azioni incisive per aiutare. L’amministrazione è scesa in campo con tutte le sue figure. Voglio pensare che Busto abbia più aperture che chiusure anche per questo. A fine anno ci sarà un importante momento della verità per capire quanto hanno retto».

E conclude: «I commercianti di Busto si sono dimostrati accorti, pronti al peggio, innovatori, capaci di lavorare insieme. Importante è stato anche il ruolo delle associazioni di categoria e bravi anche i bustocchi che sono tornati ad acquistare nei negozi fisici».

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