Le case container di Younghan Chung in Corea del Sud

2022-10-08 18:20:06 By : Ms. River Lee

Dall'idea visionaria di un giovane architetto coreano, un sistema di cubi in lamiera diventa un nuovo modo di definire il rapporto tra architettura e paesaggio

L’architetto coreano Younghan Chung ha realizzato nella provincia di Chungbuk, Corea del Sud, un progetto residenziale sperimentale di case container che mira a ridefinire i confini tra architettura e paesaggio.

In un contesto caratterizzato dalla forte presenza dell’acqua, immagazzinata in un grande serbatoio e poi convogliata per l’irrigazione di terreni agricoli, il giovane architetto ha collocato 7 cubi di lamiera di dimensioni contenute – 3x3 metri – incastrati e disposti sul terreno secondo uno schema articolato e apparentemente libero.

In realtà le 7 unità hanno il preciso compito di ridisegnare il paesaggio e la percezione che gli occupanti ne hanno nelle diverse fasi della giornata e nei diversi modi di occupare lo spazio.

La distribuzione interna non è vincolante: se si fa eccezione per la collocazione di pochi arredi fissi, gli abitanti hanno la possibilità di definire essi stessi la funzione delle singole sezioni mentre le occupano per brevi periodi di tempo.

A differenza delle planimetrie convenzionali, le sezioni si incastrano a diverse altezze e angolazioni, creando diversi livelli di altezza del pavimento, collegati con gradini; questo ha lo scopo di dare la sensazione agli occupanti di camminare su un terreno naturale mantenuto nel suo andamento originale.

I cubi esternamente rivestiti in alluminio sono sapientemente intagliati da piccole porzioni finestrate sulle pareti e sui soffitti, consentendo di diffondere all’interno la luce naturale e abbracciare con una sensazione di continuità tra interno ed esterno la forte presenza dell’acqua in una nuova relazione tra architettura e paesaggio naturale.

Le vasche d’acqua esterne si trasformano in piscine di diverse profondità alle quali si può accedere da patii apribili o che possono essere godute da piccoli balconi; anche gli spazi di collegamento tra i diversi cubi diventano affacci che interagiscono con gli specchi d’acqua contribuendo a rendere forte e vibrante il rapporto tra architettura e paesaggio circostante.

Nelle diverse fasi della giornata, in particolare al calar della sera, i piccoli laghi artificiali si integrano ancora di più con la costruzione riflettendo sulla loro superficie il disegno delle pareti esterne dei cubi, rivestite da pannelli bianchi d’alluminio.

La superficie complessiva del lotto è costituita da poco più di 400 metri quadri e di questi solo 80 sono occupati dalla costruzione, il resto è interamente ceduto all’acqua e alla natura, per ridefinire una volta di più l’importanza di un rapporto equilibrato tra architettura e paesaggio naturale.