Logistica e trasporti: il peso del conflitto in Ucraina secondo Federlogistica - TCE Magazine

2022-10-16 17:38:58 By : Ms. Freda GUO

L’attuale conflitto in Ucraina sta generando e genererà ricadute importanti sulla logistica e tutto il mondo del trasporto. Ad esprimere queste preoccupazioni è Federlogistica, la Federazione italiana che raggruppa le imprese di logistica e spedizione, magazzini generali e frigoriferi, terminalisti portuali e retroportuali, operatori e imprese portuali, interportuali ed aeroportuali.

“Il coronavirus sembra aver allentato soltanto nell’ultimo periodo la sua morsa – sostiene la Federazione – l’autunno scorso ha registrato un ingorgo marittimo senza precedenti con i porti cinesi chiusi per focolai Covid, ripercussioni per il blocco del Canale di Suez, l’esplosione della domanda di container post-pandemia con rincari stratosferici. Sono passati poco meno di 5 mesi e una nuova crisi mondiale è alle porte con l’invasione russa dell’Ucraina”.

Malgrado sotto il profilo navale si intraveda uno spiraglio di luce, in alcuni porti permangono difficoltà operative, soprattutto in Cina e parte degli USA. Che si sommano ai ritardi dovuti alle forniture delle materie prime. Sui costi oggi incidono i considerevoli incrementi del costo dei carburanti e l’aumento delle tariffe (10%) da parte dell’Egitto per il passaggio nel canale di Suez. In un panorama simile, i costi dei noli marittimi non sembrano destinati a scendere.

Grave è ancora la situazione dell’autotrasporto.

“La mancanza di autisti – prosegue Federlogistica – non è un problema di rapida soluzione. I provvedimenti normativi in tema di patenti ci sono stati ma il costo è sempre elevato e il conseguimento delle licenze richiede molto tempo. Nella logistica, soprattutto nel polo piacentino, e nell’autotrasporto, gran parte degli operatori è ormai di provenienza straniera. Inoltre, a causa della guerra in Ucraina non sappiamo ancora quali effetti ci potranno essere, ma è un fatto accertato che una componente molto alta degli equipaggi delle navi è costituita da personale ucraino e russo. Molti marittimi vengono da quei Paesi e bisognerà capire anche cosa succederà quando i ritardi sulla componentistica automotive, elettronica in particolar modo, saranno superati e le produzioni ripartiranno a pieno regime”.

A queste si lega anche il problema dell’embargo di materie come l’acciaio. Bisogna ricordare infatti che dall’Ucraina ne arrivava una parte significativa utilizzata per l’industria pesante delle costruzioni navali. Allo stato attuale, le compagnie hanno chiuso tutte i collegamenti con l’Ucraina e rispettano l’embargo nei confronti della Russia. Bisognerà capire infine la posizione della Cina e quale sarà l’agibilità futura del porto di Odessa.

Già oggi il rincaro dei carburanti sta colpendo duramente la filiera dei trasporti e della logistica, a cominciare dall’autotrasporto. Tre, sono secondo la Federazione gli scenari possibili: 1. Stabilizzazione della situazione attuale (la spesa annua complessiva dell’autotrasporto per il gasolio aumenterebbe rispetto al 2021, di 7mld €, con un maggior onere per ciascun veicolo pesante in media di circa 13.000€). 2. Nel caso le esportazioni russe si interromperanno si può stimare che il conseguente incremento di spesa annua per l’autotrasporto raggiungerebbe 21mld € (con un maggior onere unitario, per ciascun veicolo pesante, nell’ordine di 42.000€). 3. Con un accordo di cessate il fuoco le tensioni nei mercati dei carburanti è lecito pensare potrebbero rientrare, consentendo una spesa per gasolio dell’autotrasporto invariata.