Un tempio del benessere - Interni Magazine

2022-10-09 12:57:22 By : Qiujie He

E dove se non da qui poteva giungere uno stimolo a 360 gradi alla rigenerazione ? Cervia , città di fondazione sulla Riviera Romagnola , in provincia di Ravenna , nasce terra di saline , salinari e pescatori. Costruisce nel tempo la propria identità , storia e cultura proprio grazie alla presenza del sale (dolce), l’umile ingrediente culinario destinato ad aromatizzare e conservare i cibi, diventato per trasposizione ovunque simbolo di salute, fortuna e prosperità. Un valore profondo.

Ai protagonisti di questa bella storia tutta made in Italy è bastato sintonizzarsi sull’ascolto del genius loci per immaginare la costruzione di un tempio del benessere lambito dall’ acqua , che riscrive la memoria di un’affascinante testimonianza di archeologia proto-industriale. Quella di un’ex rimessa del 1712 deputata proprio alla conservazione dell’oro bianco, qui accumulatosi fino a 100 mila quintali. Il manufatto storico, 3000 metri quadri di superficie, a cui spettano oltre 20.000 metri quadrati di area esterna compresa tra la piazza dei Salinari, il tratto di canale tra il ponte mobile e il ponte di via Cavour, la darsena con i suoi giardini piantumati, si è trasformato in uno spazio poliedrico e sfaccettato che propone un percorso di attività integrate - tra beauty&spa , enogastronomia ed entertainment di qualità - per accompagnare l’ospite in un viaggio attraverso i cinque sensi.

Leopoldo Cavalli , imprenditore molto legato al territorio e a una filosofia di mindfulness , ha creduto da subito nella possibilità di riconfigurare questo luogo come un nuovo polo di rigenerazione anche urbana. E, di concerto con gli investitori pubblici, si è impegnato attraverso le sue aziende - Visionnaire (brand di riferimento nell’ambito del meta lusso), Nuage (Wellness Academy) e Fonoprint (Entertainment) - nella realizzazione. “Ciascun episodio della Darsena del Sale di Cervia doveva partecipare alla riscoperta della bellezza del posto, ma soprattutto alla consapevolezza di uno star bene stimolato dall’esperienza di un rehab psicofisico circolare”, spiega.

“Abbiamo cercato di replicare all’esterno della Darsena le atmosfere di ogni spazio di socialità interno, curando ogni più piccolo dettaglio in modo equilibrato e armonioso. È stato un lavoro complesso, soprattutto nell’ambito impiantistico delle luci e del suono. Ma riteniamo che la musica e lo spettacolo siano una fondamentale forma di comunicazione, creatività e cura, alla stregua delle neurostimolazioni dell’ Effetto Viola , un ausilio prezioso a base di musica binaurale e neurotecnologia per l’apertura di varchi cerebrali che accolgono l’onda del rilassamento, come il cibo e il design di qualità”.

L’architetto ravennate Fabrizio Fontana di Archlabo si è occupato di dare forma a questa visione mediante un intervento capillare di riqualificazione dell’ edificio , già oggetto di un’importante opera di riforma curata dall’architetto Giancarlo De Carlo negli anni Ottanta, quando si pensava di trasformare la rimessa del sale in un museo. La divisione contract di Visionnaire ha altresì interpretato e impreziosito il progetto nelle scenografie e negli arredi. Il racconto d’interni si snoda in modo suggestivo e catalizzante intorno alla Sala dell’Acqua , l’ambiente a doppia altezza dove un tempo entravano le burchielle che trasportavano il sale e che attraversa l’asse longitudinale del corpo di fabbrica.

Nella progressione degli episodi spaziali, il nuovo specchio d’acqua è diventato la snella cerniera fluida tra il palco per gli eventi e i live show indoor e le zone di ristorazione, accanto alla winery e all’infilata di chioschi in ferro e vetro destinati ai laboratori di enogastronomia: una teoria di cluster che promuovono l’educazione alimentare, offrendo piatti personalizzati della cucina mediterranea, dai menù più sofisticati a quelli più informali.

Altre zone ristorazione e le lounge più privé sono state allestite nei mezzanini al piano superiore, dove si trovano anche la cabina di regia luci-suoni-video e lo studio di registrazione semiprofessionale. Infine, le attività della Beauty Spa, defilata, si declinano all’interno di un nuovo volume vetrato nero e insonorizzato dalle linee minimali in affaccio sui tre livelli principali. La sua figura di estrema leggerezza percettiva, generatrice di trasparenze e riflessi luminosi a temperatura cromatica variabile, ricalibra e ricompone tutte le geometrie che permettono ora le relazioni conviviali e hanno dato luogo ai palcoscenici prima inesistenti.

Innanzitutto, il progetto ha dovuto infatti confrontarsi con una preesistenza che conserva una forte dicotomia, materica e linguistica, tra l’impianto austero e solenne della struttura architettonica settecentesca, con i muri di mattoni a vista che trasudano ancora sale, i grandi vuoti nelle campate degli archi, le suggestive travi lignee del tetto, da una parte, e l’innesto postindustriale di matrice brutalista anni Ottanta di De Carlo, con articolate strutture esibite in cemento a vista e acciaio, dall’altra. In questo quadro di grande fascino ma piuttosto frammentato, anche gli arredi accuratamente selezionati svolgono un ruolo di integrazione e valorizzazione molto preciso.

“Una particolare attenzione è stata posta alla scelta di materiali certificati che sono stati adattati con un approccio di esclusività sartoriale - nostro marchio di fabbrica - per un utilizzo in ambiente salino sia dentro che fuori la Darsena”, spiega l’art director di Visionnaire Eleonore Cavalli. “Abbiamo privilegiato metalli a polvere e verniciature speciali per le strutture, tessuti e pelli performanti per i rivestimenti di sedute e imbottiti, principalmente ottenuti da logiche di riciclo e processo produttivo a basso impatto”. Una vocazione al carbon neutral sempre più apprezzabile nel decalogo dei valori culturali trasversali del brand che qui incontra altri sapori, relazioni e prospettive. In particolare quando si raggiunge l’inatteso belvedere urbano al quarto e ultimo livello, dove la figura di una lanterna lunga e stretta totalmente vetrata sui lati indica la nuova Via del Sale: una passeggiata talassoterapica su un letto di sale coronata da filari di piante profumate: il ‘comfort immersivo’ più simbolico della Darsena.

Progetto d’interni di Fabrizio Fontana/Archlabo - Foto di Lorenzo Pennati